Competenze trasversali e orientamento

VADEMECUM

Riferimenti normativiFinalitàAlternanza e stage

RIFERIMENTI NORMATIVI

La Legge 13 luglio 2015, n. 107 ha inserito nell’offerta formativa di tutti gli indirizzi di studio della scuola secondaria di secondo grado, e quindi nei curricoli scolastici, una strategia didattica definita Alternanza Scuola Lavoro, nella quale si alternano ore di lezione svolte a scuola a periodi trascorsi in contesti lavorativi attinenti al profilo educativo del corso di studi, con la finalità di incrementare le opportunità di lavoro e le capacità di orientamento degli studenti. La Legge 13 luglio 2015, n.107 ha inserito organicamente questa strategia didattica nell’offerta formativa di tutti gli indirizzi di studio della scuola secondaria di secondo grado. Essa stabilisce che ciascuna scuola, dall’a.s. 2015/16 è chiamata a strutturare un progetto di alternanza scuola lavoro, articolato su tre anni, che vede impegnati gli studenti delle classi 3ª, 4ª e 5ª ed è caratterizzato da un monte ore complessivo e obbligatorio pari ad almeno 200 ore negli istituti professionali, 150 ore negli istituti tecnici e 80 ore nei licei. In coerenza con gli obiettivi e le finalita’ individuati dalla legge 13 luglio 2015, n. 107, il decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 61, disciplina la revisione dei percorsi dell’istruzione professionale, in raccordo con quelli dell’istruzione e formazione professionale, attraverso la ridefinizione degli indirizzi e il potenziamento delle attivita’ didattiche laboratoriali. La riforma dell’Esame di Stato, infine, slittata al 2019, prevede, infine, che il colloquio, cioè la fase finale dell’esame, “accerterà il conseguimento delle competenze raggiunte, la capacità argomentativa e critica del candidato, l’esposizione delle attività svolte in alternanza”. Il colloquio darà quindi rilevanza all’esperienza di alternanza Scuola-Lavoro che diventerà un requisito necessario per accedere all’esame.

FINALITÀ

Con questa esperienza si cerca di attuare una modalità di apprendimento più flessibile che colleghi in modo sistematico la formazione in aula con un’esperienza più strettamente operativa, arricchendo quindi la formazione degli studenti con l’acquisizione di competenze spendibili anche nel mondo del lavoro e favorendo, al contempo, un loro orientamento che valorizzi le vocazioni personali, gli interessi e gli stili di apprendimento individuali. Inoltre, l’attività di alternanza contribuisce alla realizzazione di un organico collegamento tra le istituzioni scolastiche, il mondo del lavoro e la società civile, correlando quindi l’offerta formativa della scuola allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio.

ALTERNANZA E STAGE

La struttura dell’alternanza scuola lavoro è ben più complessa dell’effettuazione di uno stage fuori della scuola . Si articola infatti in periodi di formazione in aula e periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro. La formazione può riguardare l’orientamento, con tematiche strettamente legate alla persona ed alle scelte future e quindi all’importanza delle soft skill e la loro influenza nei differenti settori lavorativi, e aspetti più pratici come redigere un curriculum vitae, individuare i canali per presentarlo e come ci si prepara ad un colloquio di lavoro. La formazione può essere relativa anche agli aspetti contrattuali, utile in tutte le tipologie di scuola e, in particolare, negli istituti tecnici e professionali i cui studenti sono principalmente indirizzati, alla fine del corso di studi, alla ricerca di un lavoro. Ciascuna scuola può poi aggiungere, in base alla propria offerta formativa, tipologie diverse di corsi di formazione. Tutte sono però tenute e fornire formazione in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, secondo quanto disposto dal relativo D.lgs. 81/2008, “Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro”, poiché gli allievi, all’interno degli enti ospitanti, sono equiparati a lavoratori e, pertanto, soggetti a tutte le indicazioni presenti in tale normativa. Possono rientrare sempre nelle attività di alternanza anche le visite didattiche di settore nonché la partecipazioni a particolari progetti che prevedono la collaborazione fra scuole ed enti, aziende, associazioni di categoria, organizzazioni di volontariato, ecc., da svolgersi in parte presso le sedi, in parte a scuola, con una partecipazione operativa da parte degli studenti. Ciascuna scuola deve quindi progettare accuratamente, in una dimensione triennale, questi percorsi di alternanza, affinché contribuiscano a sviluppare le competenze richieste dal profilo educativo, culturale e professionale del corso di studi. Ed è proprio in questo percorso che trova la sua collocazione il concetto di competenza, intesa come «comprovata capacità di utilizzare, in situazioni di lavoro, di studio o nello sviluppo professionale e personale, un insieme strutturato di conoscenze e di abilità acquisite nei contesti di apprendimento formale, non formale o informale». Studenti lavoratori? Assolutamente no! Ai ragazzi rimane lo status di studente poiché l’alternanza va intesa come una metodologia didattica che non costituisce un rapporto di lavoro. Certo è che quando svolgono attività presso gli enti ospitanti, come già accennato sopra, gli studenti sono equiparati a lavoratori e, pertanto, le scuole hanno il compito di organizzare corsi di formazione in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. È inoltre prevista l’emanazione di un regolamento all’interno del quale sarà definita la “Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza scuola lavoro”, con la possibilità, per lo studente, di esprimere una valutazione sull’efficacia e sulla coerenza dei percorsi con il proprio indirizzo di studio. In attesa, le scuole monitorano comunque, per esempio attraverso sondaggi di soddisfazione, tutta l’attività e, in particolare, quella svolta all’esterno; infatti, proprio dal confronto fra il giudizio dello studente con quello del tutor interno, sulla base del potenziale formativo e delle eventuali difficoltà incontrate nella collaborazione, la scuola potrà decidere se continuare tale collaborazione in futuro. La figura del tutor interno È un docente della scuola, solitamente impegnato sulla classe, che elabora insieme al tutor esterno il percorso formativo personalizzato, sottoscritto dalle parti coinvolte (scuola, struttura ospitante, studente/genitori o affidatari), e segue quindi gli studenti in tutto il percorso svolto in stage/tirocinio. È quindi impegnato a gestire le relazioni con il tutor esterno, monitorando le attività e affrontando le eventuali criticità che dovessero emergere. Infine, come già accennato, valuta gli obiettivi raggiunti e le competenze che progressivamente gli studenti hanno sviluppato. La figura del tutor esterno Il tutor esterno rappresenta la figura di riferimento dello studente all’interno della struttura ospitante ed assicura il raccordo tra questa e la scuola. Esso svolge principalmente le seguenti funzioni: collabora con il tutor interno nella progettazione, nell’organizzazione e nella valutazione dell’esperienza di alternanza, favorisce l’inserimento dello studente nel contesto operativo, lo affianca e lo assiste nel percorso, gli garantisce l’informazione e la formazione sui rischi specifici aziendali, pianifica ed organizza le attività in base al progetto formativo, lo coinvolge nel processo di valutazione dell’esperienza e, infine, fornisce all’istituzione scolastica gli elementi concordati per valutare le attività dello studente e l’efficacia del processo formativo. Solo aziende? Per lo svolgimento di percorsi in alternanza esiste la possibilità di stipulare convenzioni non solo con aziende, imprese, ma anche con ordini professionali, enti che svolgono attività afferenti al patrimonio artistico, culturale e ambientale (musei e altri luoghi della cultura), con enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI nonché con organizzazioni e associazioni di volontariato. Attività anche d’estate? Le attività da svolgersi all’esterno della scuola possono essere realizzate sia durante l’anno sia in periodi di sospensione delle lezioni, eventualmente anche all’estero. La valutazione delle attività di alternanza Purtroppo, ad oggi, questa è la parte ancora meno strutturata di tutto il percorso. Se infatti la normativa vigente fa espressamente richiamo all’attenzione che si deve porre attraverso una osservazione strutturata che guardi non solo le competenze di settore ma anche le competenze trasversali legate agli aspetti caratteriali e motivazionali della persona, e che analizzano quindi anche gli atteggiamenti ed i comportamenti dello studente in un contesto lavorativo, nella realtà sulla valutazione le scuole hanno ricevuto per ora soltanto indicazioni di massima e non strettamente vincolanti. In particolare la scuola dovrà elaborare una descrizione delle competenze attese al termine del percorso, prevedere un accertamento delle competenze in ingresso, definire in che modo e con quali tempi monitorare i progressi degli studenti, verificare i risultati conseguiti nelle fasi intermedie e accertarsi, infine, delle competenze acquisite alla fine del ciclo. A conclusione dell’anno scolastico, gli esiti delle attività di alternanza concorrono alla valutazione finale sia per la loro ricaduta sugli apprendimenti disciplinari e sul voto di condotta sia per l’attribuzione dei crediti (ai sensi del D.M. 20 novembre 2000, n. 429), in coerenza con i risultati di apprendimento in termini di competenze acquisite coerenti con l’indirizzo di studi frequentato (ai sensi dei DD.PP.RR. nn. 87, 88 e 89 del 2010 e delle successive Linee guida e Indicazioni nazionali allo scopo emanate). La certificazione delle competenze La certificazione delle competenze attesta la valenza formativa del percorso svolto, offrendo al contempo indicazioni sulle vocazioni, gli interessi e gli stili di apprendimento con una forte funzione di orientamento. Essa può facilitare la mobilità, sia ai fini della prosecuzione del percorso scolastico o formativo, sia per gli eventuali passaggi tra i sistemi, ivi compresa l’eventuale transizione nei percorsi di apprendistato e favorire l’occupabilità, mettendo in luce le competenze spendibili anche nel mercato del lavoro. Infine la certificazione promuove l’auto-valutazione e l’auto-orientamento, in quanto consente allo studente di conoscere, di condividere e di partecipare attivamente al conseguimento dei risultati.